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Il museo "Cantar di Pietra"

Museo Tremenico Buzzella 1
Il progetto VoCaTe ha come obiettivo principale la valorizzazione delle tradizioni corali e musicali e delle ritualità dell’area di cooperazione (le grandi processioni, i carnevali, i riti agricoli, le feste liturgiche) finalizzata ad incrementare le presenze turistiche e consolidare le radici culturali dei territori di frontiera.

I nuovi allestimenti, non più basati sull’oggetto, ma sul senso e sull’esperienza, consentono di mettere in mostra tale patrimonio rappresentando adeguatamente e rendendo tangibili le tradizioni con l’aiuto di mezzi audiovisivi e installazioni innovative per fare in modo che i visitatori possano fare esperienza della vitalità del patrimonio culturale immateriale.

 

Le principali tradizioni viventi dell’area che sono state valorizzate mediante i nuovi allestimenti del Museo Etnografico Cantar di Pietra a Tremenico in Valvarrone sono la festa di Sant’Agata, la festa dell’Assunzione e il Carnevale di Sueglio oltre agli aspetti immateriali del lavoro in miniera che costituiscono il sentire dell’intera comunità.

I locali scelti dall’Amministrazione Comunale per la realizzazione del Museo sono quelli al pian terreno dell’ex Municipio di Tremenico.

  

L’allestimento del nuovo museo “Cantar di pietra” risponde all’obiettivo di rendere fruibile il patrimonio immateriale del territorio della Valvarrone attraverso installazioni multisensoriali che riescano contemporaneamente a destare l’interesse del visitatore nei confronti di contenuti innovativi, quali le tradizioni popolari, e a immergerlo nella realtà di un tempo.

L’itinerario di visita alterna armonicamente momenti esperienziali e sensoriali per consentire un viaggio immersivo nella dimensione storica, sociale, e produttiva tipica del territorio della Valvarrone.

Gli allestimenti di cui al presente progetto si propongono di introdurre il visitatore ai contenuti del museo attirandolo con alcuni “oggetti-indizio” che lo incuriosiscano spingendolo a esplorare parte del paese fino al giardino antistante il museo vero e proprio.

La visita vera e propria consiste in un percorso al di là del materiale in cui immergersi con tutti i propri sensi.

 

In particolare, sono tre le sale:

  • Stanza 1: Accoglienza e “Stanza dei suoni”

Qui vengono consegnati i caschetti con torcia, dispositivi necessari alla corretta fruizione del museo.  

e inizia il percorso di visita: l’utente verrà invitato a percorrere una sorta di labirinto creato con tende acustiche. I contenuti audio riprodotti sono dei frammenti significativi degli episodi della vita e del lavoro degli abitanti della valle volti che creano stupore, curiosità e aspettativa.

  • Stanza 2: “Stanza della vita”

La sala è suddivisa in due aree distinte, anche fisicamente da una diversa pavimentazione, ma complementari che insieme permetteranno di ricostruire tutti gli aspetti della vita degli abitanti della Valvarrone tipici del passato, ma che ritornano anche nel presente.

Il visitatore potrà muoversi e interagire con tre installazioni dedicate agli episodi salienti della vita comunitaria della valle:

  • festa di S. Agata,
  • festa dell’Assunzione,
  • carnevale di Sueglio.

Nella zona esterna si farà invece esperienza del lavoro svolto per decenni dalla maggior parte degli abitanti della Valvarrone e che ancora oggi costituisce l’identità della comunità stessa: il lavoro in miniera. In un ambiente buio, la torcia dei caschetti consentirà al visitatore di illuminare contenuti materiali e immateriali dislocati sulle pareti e sul soffitto (articoli, fotografie, musiche, aneddoti, …)

  • Stanza 3: “Stanza del lavoro”

L’ultima stanza è interamente dedicata al patrimonio culturale immateriale della valle legato al lavoro in miniera: i rumori, le storie, i racconti e le leggende coinvolgono il visitatore portandolo a contatto con gli aspetti più duri del lavoro in miniera.

Con gli strumenti ricevuti all’ingresso il visitatore interagisce con diverse installazioni che gli permettono di ascoltare canti o racconti di chi magari ha addirittura perso la vita in miniera.

 

 

>> Servizio TeleUnica 

 

>> Sito Ecomuseo della Valvarrone

 

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Foto di Marco Brienza_Sfelab

 

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Foto di Emilio Buzzella

 

 

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